Il palco si presenta semplice, poca scenografia e nessun maxi schermo, ma importava ben poco eravamo lì per ascoltare. La maggior parte degli sguardi erano rivolti al centro del palco dove un piccolo faretto illuminava la rossa e bianca fender stratocaster.
Scorsero un paio di minuti è Mark Knopfler diede inizio al concerto.
Il "sultano dello swing" ci regala musica di ottima fattura, con una scaletta ben disegnata in modo da accontentare vecchi e nuovi fans. Nelle due ore di performance hanno trovato spazio, infatti, brani tratti dagli album dei Dire Straits e Mark Knopfler (da solista), sapientemente interpretati da un gruppo di ottimi musicisti.
Scaletta Mark Knopfler Roma 2008:
Il brano "Cannibals" ha aperto la scena per poi essere seguito da "Why aye man", "What it is" e la splendida "Sailing to Philadelphia" tratta dall'omonimo album di Mark Knopfler, del 2000. Si è proseguito con "True love will never fade", "The Fish and the bird" e "Hill Farmer's blues". Le prime note della struggente "Romeo & Juliet" che ben esalta il dramma shakespeariano ha riscaldato gli spettatori ma è soprattutto con "Sultans of Swing", brano contenuto nel primo album omonimo dei Dire Straits (1978) che il pubblico ha ritrovato il suo "re", il "re del swing" appunto. Si prosegue con "Marbeltown" interpretata in modo da regalare una maggiore atmosfera grazie alla dinamica del brano e all'incrocio strumentale tra la chitarra acustica di Mark, il violino di John McCusker (ottima new entry) e il contrabbasso di Glenn Worf. "Telegraph Road" ha chiuso la prima parte prima del bis, regalando emozioni e armonie al pubblico in delirio. Il bis ha visto come primo brano la struggente "Brothers in arms", tratto dall'album omonimo del 1985 dei Dire Straits, per poi proseguire con "Our Shangri-la", "So far away", e chiudere con "Going home".
Nessun commento:
Posta un commento