martedì 24 luglio 2007

Rolling Stones - Roma 2007 (Stadio Olimpico)

Eccoli, per tutti gli increduli, stupiti o assetati di rock, a Roma ritornano dopo diciassette anni i Rolling Stones. Nonostante spesso si senta vociferare di un loro abbandono, scioglimento o (peggio) cedimento (palme comprese), questi termini non si riescono proprio a trovare nel vocabolario di Mick, Keith, Charlie e Ronnie. Insieme ancora una volta, per l’ennesima volta, costruiscono semplicemente il più grande spettacolo musicale che si possa ammirare da quarant’anni a questa parte. Ogni sera un megapalco, stessa lingua gonfiabile, stessa grinta e stessi ammiccamenti. Nessuno sembra stancarsi di loro, neanche il loro amico e fan d’eccezione Martin Scorsese presente alla serata romana. L’inizio del concerto è come al solito carico di pathos e con Start me up comincia la lunga carrellata sui quattro decenni di storia della band. Fra pezzi inaspettati (Can’t you hear me knocking, Rock off), cavalli di battaglia e un tributo all’icona James Brown, il concerto non lascia un momento di tregua. Per gli amanti dei primi stones viene anche eseguita Ruby Tuesday, unico brano “morbido” in scaletta. Semplicemente straordinario Ron Wood, più che mai in forma, sfodera tocchi di classe in slide e trascinanti assolo da stadio, donando ai fan un motivo in più per drizzare le orecchie. Mick Jagger e Charlie Watts, sono agli antipodi per mimica e “piacioneria”: fermo e sicuro alla batteria l’uno (come sempre), assatanato e divertente l’altro (come sempre). Il pirata Richards, dal canto suo, non molla. E’ incredibile con quanta forza e con quanto entusiasmo continui a macinare Jumping Jack Flash, Satisfaction o Paint it Black e con quanta passione canti i suoi pezzi forti: You got the Silver e Happy. In serata di grazia anche i fedeli Chuck Leavell alle tastiere e Darryl Jones al basso, scatenati nella bella introduzione di Simpathy For the Devil. Qualche parola va spesa certamente per gli attori non protagonisti, Lisa Fischer e Bobby Keys che con talento ed entusiasmo rendono la serata ancora più godibile. Magnifica lei nel pezzo-tributo a James Brown I’ll go Crazy, applauditissimo lui in Can’t you hear me knocking e Brown Sugar.

Dunque tutto perfetto nella notte della capitale, audio, luci e perfino i giochi d’artificio, per la gioia anche di coloro che proprio in quegli istanti hanno sorvolato, il cielo sopra l’Olimpico, probabilmente su un aereo di linea. Infine, da lodare l’iniziativa di chi per “protestare” contro i biglietti costosissimi ha “sfondato” le barriere che separano la curva dal campo di gioco, invadendo pacificamente l’area sotto il palco. In tal modo, il concerto si è tenuto in perfetto stile Rolling Stones: show impeccabile, grandi emozioni e la band che si inchina a fine concerto per salutare il pubblico come se fosse un eterno arrivederci . Una domanda però se la sono posti tutti coloro che sono entrati allo stadio prima delle venti e trenta: chi ha scelto i tre scalmanati che si sono esibiti come gruppo-spalla ?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io c'ero, ar dir poco stupendo!
Bel Blog!!!!!