mercoledì 19 novembre 2008

Vicky Cristina Barcelona


Durante una vacanza estiva a Barcelona, due turiste americane si invaghiscono di un affascinante pittore spagnolo che tenta di sedurle entrambe. A complicare ancor più le cose sarà l’ex moglie del pittore, dopo un tentato suicidio a causa della divisione dal marito e della sua fragilità emotiva. Nel corso del viaggio Vicky scoprirà che la sua vita sentimentale non era proprio così stabile come immaginava, Cristina non sarà ancora sicura di cosa vorrà, ma sarà sempre più sicura di cosa non vorrà.

Dopo la prolungata trasferta londinese Allen, su invito della Cruz che voleva ansiosamente girare un film con lui, decide di trasferirsi in Spagna e di ambientare la sua ultima pellicola nell’affascinante città di Barcelona.

Narrato da una voce fuori campo che commenta le impulsive e nevrotiche azioni dei protagonisti, il risultato è una raffinata commedia dai risvolti più o meno drammatici, caratterizzata da una sagace miscela di umorismo, tenerezza e malinconia, con l’aggiunta di una componente realistica capace di donare al film un’aria al tempo stesso cruda e romantica.

Nel mettere a confronto le due amiche, Allen individua due differenti modi di intendere la vita: l’uno saggio e razionale, anche se per un momento turbato da una fugace storia d’amore; l’altro più occasionale e opportunista e quindi più dedito a raccogliere la vita per come essa si presenta. Come quasi tutti i film di Allen, in parte autobiografici, l’ultima fatica del regista newyorkese è anche una nostalgica rappresentazione dell’indecisione umana (di cui la donna ne è l’emblema) ma, contemporaneamente, un inno alla vita, capace di sorprenderci ogni qualvolta siamo sicuri che non lo farà.

Recitato benissimo da tutti, soprattutto da una raggiante P. Cruz nei panni dell’isterica ex moglie di Juan Antonio-Bardem, il menage a trois di Allen potrebbe avere come modello “Jules e Jim” di F. Truffaut, con l’inserimento di un tono sommessamente ironico e qualche passaggio lievemente sarcastico nei confronti dell’istituzione matrimoniale.

Avvolto dalle calde e accoglienti luci di Javier Aguirresarobe, il film è anche un bellissimo documentario su Barcelona; una dichiarazione d’amore da parte del regista ad una città che egli stesso afferma di esserne rimasto incantato e attraverso le opere di Gaudì e di Mirò cerca di trasferire questa emozione dallo schermo allo spettatore. Operazione riuscita.

Recensione a cura di: Danilo Cristaldi

1 commento:

Luciano ha detto...

Mi sono perso anche questo. Comunque è nella mia lista dei film da vedere.