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venerdì 10 maggio 2013

La donna che visse due volte


San Francisco. Scottie (James Stewart), ex agente di polizia che soffre di vertigini, riceve il compito di sorvegliare la moglie di un suo ex compagno di scuola. La donna mostra tendenze suicide e tenta di mettere fine alla sua vita gettandosi in mare. Scottie la salva e si innamora di lei. La tragedia incombe. 
Dal romanzo D’entre les morts (1954) di Pierre Boileau e Thomas NarcejacAlfred Hitchcock - in uno dei suoi risultati più alti, sia a livello stilistico che tematico - ne trae un'angosciosa e labirintica love story, ossessiva nei toni e claustrofobica nell'uso della tensione. Il suo è un viaggio nei meandri della mente umana; un incubo ad occhi aperti impregnato di necrofilia, senso di sbandamento, vertigine. La volontà, da parte di Scottie, di ricreare un'immagine sessuale impossibile, è uno dei più inquietanti esempi di "sesso psicologico" della storia del cinema, capace di conferire allo spettatore, nello stesso tempo, disagio e curiosità. È anche una storia di doppi, di immagine nell'immagine. Convivono, in questo intrigante thriller, romanticismo, passione, mistero, suspense e tragedia morale. Tutto è avvolto da una cupa atmosfera spettrale resa magnificamente dalla fotografia di Robert Burks. Hitchcock decide di allontanarsi leggermente dal romanzo per modificare i meccanismi narrativi del finale, rivelando anticipatamente un colpo di scena. 
Molte le innovazioni registiche e visive, tra cui il cosiddetto effetto vertigo, ottenuto attraverso una sincronia tra zoomata in avanti e carrellata all'indietro. Musica di Bernard Hermann, mirabile recitazione degli attori, straordinari titoli di testa di Saul Bass. Il film ebbe una tiepida accoglienza da parte dei critici, ma fu riscoperto e rivalutato in seguito; non a caso, dopo decenni di monopolio assoluto, supera Quarto potere, posizionandosi al primo posto nella lista dei migliori film di tutti i tempi. Come in Notorious, l'amante perduta, non c'è spazio per l'ironia, angelo custode di gran parte dei film di Hitchcock. Il regista aveva pensato a Vera Miles per il personaggio di Judy, ma l'attrice rimase incinta poco prima delle riprese e la parte fu affidata a Kim Novak, splendido esempio di eleganza e animalesca sensualità. A differenza di altri film del regista inglese, molto spesso caratterizzati da svolte rapide e improvvise, vi è, in questo film onirico dai mille volti, una lentezza ed un ritmo contemplativo fuori dal tempo. Un capolavoro assoluto.


Danilo Cristaldi

domenica 21 aprile 2013

La congiura degli innocenti

La congiura degli innocenti

Il cadavere di un uomo viene sotterrato e dissotterrato quattro volte da un gruppo di persone che ha qualcosa da nascondere. Nella sua calcolata mistura di comico e tragico, è una commedia caratterizzata da un umorismo nero, affidato in gran parte a una serie di avvenimenti paradossali. Una delle rare commedie di Hitchcock, contiene in sé quell'aria tipicamente british, che il regista ha saputo conservare nonostante la trasferta a Hollywood, accompagnata da una dose di sano cinismo. La trama, affollata da personaggi in gran parte stravaganti, è il pretesto per raccontare la “normalità del delitto”, che poi qui non esiste. Quasi tutti i personaggi tendono a nascondere la verità, seppur innocua, all'interno di una cornice elegantemente autunnale, dai colori forti e accesi della fotografia di Robert Burks. Attraverso le peripezie di una sgangherata squadra di falsi colpevoli, assistiamo ad una ballata macabra dal tocco decisamente ironico e leggero, dove la suspense fa da contorno e assume, per la prima volta in Hitchcock, un incarico secondario. Non è, per chi conosce il regista e la sua maestria narrativa  un difetto, ma un metodo alternativo per raccontare, con allegra sfacciataggine, la paura che l’uomo possiede della colpa, anche se quest’ultima non esiste. Un’ottima squadra di attori, tra cui una Shirley Mclaine adorabile nel suo ruolo di bizzarra ragazza di campagna. E’ un film di puro divertimento, assistito dall'angelo custode dell’ironia.


Danilo Cristaldi


lunedì 25 febbraio 2008

Caccia al ladro, un film di Alfred Hitchcock


Nonostante non sia considerato un film hitchcockiano DOC, non si può assolutamente negare che in questo film il grande regista inglese non sia rimasto fedele ai temi che maggiormente gli sono cari: la reversibilità, il delitto scambiato e l'identificazione morale e fisica fra i personaggi!

John Robie (Cary Grant), ex ladro di gioielli noto come il Gatto, si è ritirato dalla "professione" dopo essere stato scarcerato durante la guerra e ora conduce vita ritirata e bucolica nella sua residenza in Costa Azzurra.
Improvvisamente, una serie di furti di gioielli compiuti con il suo caratteristico stile riaccende i sospetti su di lui, sia da parte della polizia sia da parte degli ex compagni di Robie, dipendenti del ristorante gestito a Nizza dal suo vecchio amico Bertani (Charles Vanel).
Robie decide così di collaborare con Hughson (John Williams), appena giunto in Costa Azzurra per indagare su incarico delle assicurazioni Lloyd's di Londra. Robie intende provare la propria estraneità ai casi e cercare di cogliere l'impostore sul fatto. Per questo si procura una lista dei proprietari di gioielli più facoltosi presenti al momento sulla Riviera, ed il primo nome è quello dell'americana Jessie Stevens (J.R.Landis), vedova di un petroliere, accompagnata dall'affascinante e sofisticata figlia Frances (Grace Kelly).
Robie fa conoscenza con le due donne, apprezzato dalla madre ma visto con sospetto dalla figlia che, anzi, è certa della sua colpevolezza ma nello stesso tempo però ne è attratta....

Tratto dal romanzo David Dodge, Caccia al ladro appartiene al periodo più prolifico nella lunga carriera del Maestro, infatti nell'arco di circa un anno e mezzo tra il 53 e il 54 girò ben 4 film, tutti di grande successo (Il delitto perfetto, La finestra sul cortile,Caccia al ladro e La congiura degli innocenti).
Caccia al ladro si differenzia molto dallo stile dei precedenti film come "Delitto perfetto" o come "La finestra sul cortile", in quanto, se nei precedenti aveva esaltato la critica con la maestria cinematografica concentrata sulla "fissità" dell'azione, adesso va in direzione diametralmente opposta facendo di Caccia al ladro una pellicola all'insegna del movimento. Grazie anche al nuovo sistema della Paramount del Vista-Vision( usato anche successivamente in Intrigo internazionale), in grado di allargare l'inquadratura e migliorarne la definizione, gira splendide riprese in esterno, grazie anche all'ottima fotografia diRobert Burks (vincitore dell'Oscar), nella splendida Costa Azzurra.
Certo nell'opera non c'è quella profondità tematica caratteristica di molti suoi film, ma Hitchcock sfrutta l'esigenza della produzione per esplorare e sperimentare le possibilità di "fare cinema".
Il film vanta ottime interpretazioni, una brillante e ironica sceneggiatura di J.M.Hayes che non perde un colpo; inoltre si annovera una splendida scenografia ed ottimi costumi, che nell'insieme creano un'elevata qualità visiva, quasi pittorica che incanta...

SCHEDA:
CACCIA AL LADRO
Titolo originale:To Catch a Thief
Paese: USA
Anno: 1955
Durata 106'
Colore
Genere: Giallo
Regia: Alfred Hitchcock

Cast:
Cary Grant - John Robie 'il gatto'
Grace Kelly - Frances Stevens
Jessie Royce Landis - Jessie Stevens
John Williams - H. H. Hughson
Charles Vanel - Bertani
Brigitte Auber - Danielle Foussard
Jean Martinelli - Foussard
Georgette Anys - Germaine
René Blanchard - Commissario Lepic

dov'è Hitchcock? fa la sua apparizione, seduto su un autobus vicino a Cary Grant.

giovedì 2 agosto 2007

Intrigo intenazionale - di Alfred Hitchcock


"Intrigo internazionale" rappresenta, per molti critici e spettatori, una delle massime espressioni del cinema di spionaggio, occupando un posto d'onore all'interno dell'itinerario cinematografico hitchcockiano.
Come in tutti i film di Hitchcock, definiti da egli stesso degli "incubi ad occhi aperti", Intrigo internazionale racconta la storia di un individuo qualunque incastrato in una situazione e in un mondo che non gli appartengono. Il protagonista Roger Thornhill (Cary Grant) viene infatti scambiato da alcuni criminali per una vera e propria spia, dando il via ad una serie di equivoci e peripezie che lo porteranno inevitabilmente a combattere per la propria vita.
Il grande "maestro del brivido" è qui al massimo della sua forma; attraverso una sceneggiatura organizzata come un vero e proprio congegno ad orologeria, scritta dal suo fido collaboratore Ernest Lehman, Hitchcock ha qui l'opportunità di scatenare il suo grande talento visivo e di dedicarsi a quello che gli sta più a cuore: le immagini.
Chi non rammenta la celebre sequenza in cui Cary Grant viene inseguito da un aeroplano in volo in aperta campagna? Una lunga scena senza dialoghi che venne realizzata con oltre 130 inquadrature e che nel famoso libro-intervista di Truffaut ad Hitchcock quest'ultimo spiegava così:

"Ho voluto reagire contro un vecchio stereotipo: l'uomo che è andato in un posto in cui probabilmente sarà ucciso. Ora, che cos'è che si fa di solito? Una notte "nera" in uno stretto incrocio della città.La vittima attende in piedi sotto la luce di un lampione. Il selciato è ancora bagnato da una pioggia caduta da poco. Primo piano di un gatto nero, inquadratura di una finestra con il viso di qualcuno che, cercando di non farsi notare, tira la tenda per guardare fuori. Si avvicina lentamente una limousine nera ecc. Mi sono chiesto: quale sarebbe l'esatto contrario di questa scena? Una pianura deserta, in pieno sole, nè musica, nè gatto nero, nè viso misterioso dietro la finestra!".

Una pellicola realizzata con un larghissimo uso di riprese in esterno tra cui bisogna obbligatoriamente citare quella dell'emozionante finale sul monte Rushmore.
Per la 4° e ultima volta Cary Grant , che interpreta la parte del protagonista per Hitchcock ideale (forte e prestante) contrapposto a quello reale (fobico e debole) interpretato da James Stewart, recita in un film del maestro portando con se quella sua abilità nella commedia che darà al film una ottimale dose di umorismo. Nel cast oltre al frizzante Cary Grant anche una seducente Eva Marie Saint e un ottimo James Mason.
Insomma, una combinazione di suspense,comicità ed un pizzico di erotismo in un film da non perdere per tutti gli appassionati di cinema, soprattutto per chi considera l'immagine in se stessa come la componente principale della cosiddetta "fabbrica dei sogni".

Scheda
Intrigo internazionale - North by Northwest
Regia: Alfred Hitchcock
USA 1959
Genere: Spionaggio
Durata: 136'
con: Cary Grant, Eva Marie Saint, James Mason, Martin Landau, Leo G. Carroll, Jessie Royce Landis

Dov'è Hitchcock? Nei primissimi minuti non riesce a prendere l'autobus che gli chiude le porte in faccia.

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